Questo chiodo conficcato nell’occhio sinistro -batte-
le vostre parole, cambiate: confessate e poi negate.
Facile l’ambiguità si mostra
piano a piano più presente
e il mio volto invecchia di anni
il mio entusiasmo -chiuso-
in una scatola di latta.
Io, portatrice sana di Amore,
ho ricalcato, di nuovo, la storia,
ogni trama ed ordito di fiaba
di una giovane vergine e madre
di uomini figli, di uomini amanti,
di uomini infanti.
La fiamma brucia e la cera cola,
la candela d’argento, nobile,
si fa sempre più bassa,
la fiducia si scioglie man mano
in una colla di desideri e aspettative.
Avvento, Nascita, Rivelazione, Miracolo,
il cuore ha sempre pompato solo
sangue rubino
ma ora che assiste al vostro suicidio
si fa secco
come una prugna disidratata.
Tornerò ad essere miele e acciaio,
a riversare ruggine e crema
– La vostra vita al margine
l’ho resa vita al limite –
e regalerò altrove
la pazzia che mi sostiene.